venerdì 13 maggio 2016

UN'ALTRA LEZIONE DAI MAESTRI - GIOVE, SATURNO E NETTUNO E L'ANCORAGGIO DELLA MAESTRIA NEL QUOTIDIANO


Già da tempo è attiva in Cielo una grande Quadratura (aspetto che crea tensione interiore) formato da tre pianeti lenti - lontani dal Sole. Giove, Saturno e Nettuno occupano tre dei quattro Segni Mobili (forieri di cambiamenti importanti) e ci stanno aiutando innanzitutto a ricordare (come scritto nell'Astrobollettino del 10/16.04 scorso). Completato il processo di allineamento con le nostre priorità profonde e ormai innegabili, ora che Giove ha sciolto il suo rallentamento, l'azione promossa dal questa Croce parziale è legata al divenire. Immaginate come un flusso morbido e rotondo che scende dal Cielo e che comincia a riempirvi dall'alto, depositandosi inizialmente dentro le parti più profonde (inconscio), attivando così irrequietezza e disagio. Ciò accade perché l'inconscio viene illuminato, cioè viene attivato la dinamica del ricordo di sé e del riconoscimento di ciò che c'è. I pianeti lontani dal Sole, che può essere inteso a livello simbolico come coscienza, sono lontani dalla sua luce, cioè da quella che è la nostra mente conscia, che non li percepisce. Essi fanno riferimento a tutto ciò di cui non siamo consapevoli e che per questo costituisce la lezione dell'Anima.
Il divenire è la trasformazione a cui siamo costantemente sottoposti grazie alle esperienze che accumuliamo nella vita e che ci cambiamo. Quando diventiamo consapevoli di ciò che accade dentro di noi, il processo di trasformazione prende l'aspetto di un meraviglioso Gioco della Vita, dove ciascuno di noi è protagonista e co-creatore degli eventi.
Quindi la lezione di queste tre Forze legate da un aspetto di quadratura cambia rispetto a prima e diventa necessità di costruire confini ben delimitati dentro cui far confluire le nostre priorità perché in ogni momento ci possiamo sentire in grado di manifestare ciò che siamo, e con questo si intende il nostro talento, di qualunque natura. E a questo punto vi prego di non dire a voi stessi: ma io non so quale sia il mio talento! Aprite gli occhi a voi stessi, a ciò che vi dà gioia e smettete di idealizzare questi benedetti e sopravvalutati talenti, che altro non sono se non la gioia che provate nel compiere un'azione, nello svolgere un lavoro o qualunque cosa durante la quale perdete il senso del tempo. Non pensate al talento come qualcosa che vi debba necessariamente rendere ricchi o famosi. Il talento è il dono che voi portate qui sulla Terra con cui arricchite in senso lato la vostra vita e quella degli altri.
Perdere il senso del tempo significa vivere nel cuore ed è lì che si attiva la più grande Maestria e noi siamo allineati con il Cosmo.
Possiamo approfittare di questo transito fin verso fine giugno, facendo tesoro della distillazione di Luce che proviene da quei Raggi per risvegliare sempre di più il Maestro Interiore, colui che vive nel silenzio dentro di noi, e sorride.
Stefania Gyan Salila




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